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🧾 Riclassificare per comprendere

 

Come trasformare i numeri di bilancio in giudizi utili per una valutazione del rischio affidabile


🟦 Introduzione

Nel lavoro bancario, il bilancio è il documento che più di ogni altro ci avvicina all’anima (economica) di un’azienda. Ma per comprenderlo davvero, non basta leggerlo: va riclassificato.

Il bilancio civilistico – anche quello redatto con ordine e trasparenza – non nasce per facilitare l’analisi del rischio di credito. Serve per rispondere alla normativa fiscale e civilistica, non per supportare una decisione di affidamento.
Ecco perché, chi lavora nel credito, ha il dovere tecnico di trasformarlo in uno strumento di analisi funzionale, orientato alla sostenibilità economico-finanziaria e alla capacità di rimborso.

Riclassificare è come riordinare una valigia fatta in fretta: non butti nulla, ma capisci cosa ti sei portato davvero.


🎯 Perché la banca deve riclassificare?

Perché le regole prudenziali (Basilea II, III, IV) obbligano a valutare il rischio con strumenti coerenti.
Il calcolo delle attività ponderate per il rischio (RWA) si basa sulla capacità di identificare imprese affidabili, stabili e trasparenti.
La riclassificazione è, quindi, il primo passo per assegnare correttamente il rischio a ogni pratica di affidamento.


📚 A chi è rivolto questo articolo?

  • A chi ha in mano un bilancio e non sa da dove iniziare

  • A chi pensa di sapere, ma vuole strumenti più rigorosi

  • A chi deve fare una pratica fido e sottoporre una delibera e desidera farlo con consapevolezza


🔹 Prima regola: sapere cosa hai davanti

Il bilancio da cui partiamo è quello di una Società di Capitali con la possibilità di paragonare almeno due esercizi contabili, nota integrativa. Le voci sono spesso standard, ma l’interpretazione può cambiare radicalmente a seconda di come vengono lette.


📘 1. Riclassificazione patrimoniale

Leggere la struttura finanziaria per capire solidità e rischio


🧠 Obiettivo

Capire:

  • quanto l’azienda è autonoma finanziariamente,

  • se è sbilanciata sul breve o sul lungo periodo,

  • se ha una struttura coerente con la sua attività.


🗂️ Cos’è e cosa contiene

CategoriaCosa contiene
Attivo corrente    Liquidità, crediti, magazzino
Attivo immobilizzato    Immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie
Passività corrente    Debiti entro 12 mesi: verso fornitori, banche, Erario
Passività a M/L    Mutui, debiti finanziari oltre 12 mesi
Patrimonio netto    Capitale sociale, riserve, utili/perdite

✅ Tabella semplificata (riclassificata):

ATTIVOPASSIVO
Attivo corrente      Passività corrente
- Disponibilità liquide     - Debiti vs. fornitori
- Crediti a breve     - Debiti bancari a breve
- Rimanenze     - Debiti tributari
Attivo immobilizzato     Passività a medio/lungo termine
- Immobili, impianti, attrezzature     - Mutui e leasing a M/L
- Immobilizzazioni finanziarie     Patrimonio netto

🔍 Indicatori e interpretazioni

IndicatoreLettura positivaLettura negativa
CCN (Att. corr. – Pass. corr.)        Positivo = equilibrio    Negativo = rischio operativo/finanziamento errato
PFN / PN    < 1,5 = struttura equilibrata    > 2,5 = leva eccessiva
% debiti a breve su totale debiti    < 50% = struttura mista    > 70% = pressione a breve


📘 2. Riclassificazione economica

Capire se l’impresa produce valore e sa gestire i propri costi


🧠 Obiettivo

Valutare:

  • se l’impresa è redditizia,

  • se i margini operativi sono sostenibili,

  • se l’utile è generato da attività ordinarie.


🗂️ Cos’è e cosa contiene

Categoria    Cosa contiene
Valore della produzione                Ricavi, altri proventi, variazione rimanenze
Costi operativi                Costi per materie, servizi, personale, ammortamenti
Risultato operativo                Differenza tra valore produzione e costi
Risultato netto                Dopo interessi, imposte, accantonamenti

✅ Schema economico riclassificato

VoceSignificato
Valore della produzione            Quanto fattura l’impresa e da cosa
- Costi operativi                Quanto costa produrre (materie, personale, ecc.)
= EBITDA            Margine operativo lordo (MOL +/-)
- Ammortamenti/accantonamenti            Costo non monetario
= EBIT            Reddito operativo (MON +/-)
- Oneri finanziari            Costo del debito
= Risultato ante imposte            Prima del fisco
- Imposte            Tasse
= Utile netto            Il “vero” guadagno

🔍 Indicatori chiave

IndicatoreLettura positivaLettura negativa
EBITDA margin
(ebitda/ricavi *100)
           > 10% = buona redditività        < 5% = rischio operativo
EBIT / oneri finanziari           > 2 = buona copertura debito        < 1 = rischio insolvenza
Utile netto ricorrente           Costante negli anni        Variazioni forti o perdita strutturale



🧩 3. Tre casi (per dire che malgrado l'età riesco ancora a contare...forse)


🟢 Impresa solida e affidabile

  • CCN positivo e stabile (es. € +350k)

  • PFN/EBITDA = 1,6

  • EBITDA margin = 12%

  • Utile netto + ROI in crescita

Delibera positiva: affidabile, struttura solida, redditività coerente




🟡 Impresa da approfondire

  • CCN positivo ma in calo

  • PFN/EBITDA = 3,1

  • EBITDA margin = 7%

  • Utile netto minimo ma costante

🔍 Approfondimenti da fare:

  • Analisi andamento crediti vs. ricavi

  • Andamento Flussi di cassa operativi = utile netto + spese non monetarie (+/-) variazione CCN

    • spese non monetarie = ammortamenti, accantonamenti
    • variazione CCN riflette l'aumento o la diminuzione di crediti, debiti e rimanenze che impattano sulla liquidità
  • Piano industriale e investimenti

  • Integrazioni imprenditoriali (nuovi soci? aumento capitale?)

📌 Esito: Possibile affidamento, limitato, particolarmente indicate garanzie accessorie




🔴 Impresa non affidabile

  • CCN negativo (€ -190k)

  • PFN/EBITDA = 6,2

  • EBITDA margin = 3%

  • Perdite da 2 anni, accantonamenti irregolari

Esito: rischio elevato, struttura squilibrata, nessuna capacità di sostenere debito aggiuntivo


___________________________________________________________________________________

🎭 Nota per il lettore attento (e per il collega pignolo)

I bilanci sopra sono creati ad arte. Non sono presi da realtà aziendali esistenti ma costruiti a scopo didattico, per illustrare con chiarezza tre situazioni-tipo che ogni bancario prima o poi incontra: l’impresa affidabile, quella che richiede approfondimenti e quella che… meglio lasciar perdere.

Li potremmo chiamare "casi di scuola", ma io preferisco pensarli come sketch contabili, alla maniera di Massimo Troisi: ironici, ma profondamente umani, e sempre con un occhio alla verità dei numeri. Nessun bilancio vero è perfetto, ma tutti raccontano qualcosa — e saperlo leggere è il nostro mestiere.

Anche i riferimenti sugli indici non sono tassativi, ma così un po' dettati dall'esperienza...che vi assicura non è sempre stata arricchita da scelte vincenti e calcoli esatti...



📌 Conclusione

Riclassificare non è un esercizio formale, ma un atto di giudizio tecnico: serve per leggere l’impresa con le lenti del rischio.

Ogni numero che riclassifichiamo non cambia la sostanza, ma cambia il modo in cui lo comprendiamo.

Solo con un bilancio riclassificato possiamo:

  • ragionare in termini di affidabilità e sostenibilità,

  • motivare una delibera con dati oggettivi,

  • assumere rischi consapevoli.

📎 Chi lavora in banca non legge bilanci, li interpreta. E interpreta bene solo chi ha metodo.


✍️ Andrea – che piega i numeri come camicie, per vedere se stanno davvero in "valigia"

E se un bilancio non ti parla…

prova ad ascoltarlo con gli occhi chiusi e la calcolatrice accesa.

Alla prossima follia .....!

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