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Gli indici fondamentali: quelli che ogni bancario dovrebbe saper calcolare a mente (ma anche con Excel)

 


"Gli indici della verità (aziendale)"
Capire un bilancio con la matematica dei giudizi, non solo dei numeri


🟦 Introduzione

I bilanci parlano. Gli indici... traducono.
E a volte, per capirli, ci vuole più poesia che contabilità.

In banca, quando arriva un bilancio, la prima domanda non è “quanto ha fatturato?”, ma “è un’impresa sana?”
Per rispondere, serve un metodo. E questo articolo è un primo viaggio tra riclassificazioni funzionali e analisi per indici:

  • Facili da calcolare (sì, davvero).

  • Potenti nel valutare.

  • Infallibili? No. Ma... se li leggi insieme, si fanno compagnia.

Un po’ come le domande di un buon bancario: “È liquida? Ma cresce? Ma investe? Ma paga?”.

Andiamo a vedere, indizio dopo indizio.


🔎 1. Prima di partire: cosa ci serve?

a. Un bilancio riclassificato, non in ordine civilistico

Perché i bilanci “ufficiali” sono pensati per il legislatore, non per il creditore.
Riclassificare vuol dire ricomporre le voci in modo funzionale alla valutazione del rischio.

b. Dati “mediamente affidabili”

Anche se il bilancio è certificato, un occhio a costi straordinari, plusvalenze atipiche, crediti dubbi non guasta.

📐 Margine Operativo Lordo / EBITDA Margin

Formula:
EBITDA = Ricavi – Costi variabili e fissi (esclusi ammortamenti e accantonamenti)
EBITDA Margin = EBITDA / Ricavi x 100

Perché serve:
È l’indicatore più semplice ed immediato della redditività operativa.
Mostra se l’attività “di base” dell’azienda è economicamente sostenibile.

Approfondimento utile:
Una EBITDA margin costantemente bassa (< 5%) in un’azienda industriale può indicare:

  • sovraccarico strutturale

  • margini ridotti per eccessiva competizione

  • costi fissi non assorbiti da volumi di produzione

🔍 In delibera: attenzione ai business con bassi margini e forte leva finanziaria → combinazione rischiosa.


💸 PFN / EBITDA – Rapporto tra debito netto e margine operativo

Formula:
PFN = Debiti finanziari totali – Liquidità
PFN / EBITDA = quante volte il margine operativo copre il debito finanziario netto

Approfondimento:
Un PFN/EBITDA pari a 3 significa che servono 3 anni di margine operativo per estinguere il debito, senza investire, né distribuire dividendi.

Valori guida:

  • < 2 → solido

  • 2–4 → equilibrio da monitorare

  • 5 → elevata esposizione e vulnerabilità ai tassi

🧠 Relazione importante:
Un buon PFN/EBITDA, se associato a un EBITDA margin molto basso, va analizzato con prudenza: l’impresa potrebbe non reggere in caso di flessione dei ricavi.


🟢 Capitale Circolante Netto (CCN)

Formula:
CCN = Attività correnti – Passività correnti
oppure
(Crediti + Rimanenze + Liquidità) – (Debiti a breve termine)

A cosa serve:
Misura la capacità dell’impresa di coprire i debiti di breve con gli attivi di breve.
Un CCN negativo significa che l’impresa potrebbe dover ricorrere a finanziamenti esterni per pagare le passività.

Approfondimento:
Un CCN positivo può essere illusorio se:

  • i crediti sono “vecchi” (oltre 120 gg)

  • le rimanenze sono obsolete o invendibili

🔍 In delibera: valuta qualità e rotazione del circolante.


🔁 Cash Flow Operativo

Formula semplificata:
CFO = Utile Netto + Ammortamenti + Accantonamenti ± Variazione CCN

Formula estesa (indiretta):
Cash flow = EBIT – Imposte + Ammortamenti e accantonamenti ± variazioni di capitale circolante

Perché è fondamentale:
È l’unico flusso reale di cassa prodotto dall’impresa.
Più affidabile dell’utile netto per valutare la sostenibilità finanziaria.

🧠 Nota tecnica:
Se l’EBIT è positivo ma il cash flow è nullo, l’impresa è un gigante con i piedi d’argilla.
Potrebbe significare che il reddito contabile non si traduce in liquidità.


📊 ROI – Return On Investment

Formula:
ROI = EBIT / Totale Attivo x 100

Spiegazione:
Misura il rendimento operativo di tutto il capitale investito, indipendentemente da come è finanziato.

🔍 Confronto con il costo medio del capitale:
Se ROI < costo del capitale → l’azienda distrugge valore.

🧠 Relazione importante:
ROI basso + PFN/EBITDA alto = pericolo rosso.
Impresa che guadagna poco e si è molto indebitata per crescere.


🧾 ROE – Return on Equity

Formula:
ROE = Utile netto / Patrimonio netto x 100

Cosa mostra:
La redditività per il socio o azionista.
Alta leva finanziaria può far aumentare il ROE… ma anche il rischio.

🧠 Relazione con ROI:

  • Se ROI > costo del debito → leva aumenta il ROE

  • Se ROI < costo del debito → leva distrugge valore

🔍 Attenzione nei business immobiliari o con capitalizzazione bassa → ROE gonfiato.


🧱 Composizione Fonti e Impieghi

Struttura da leggere:

  • Mezzi propri vs. Debiti

  • Impieghi durevoli vs. Capitale circolante

Domanda chiave:
L’impresa sta finanziando il lungo con il breve? Pericoloso.
Va verificato l’equilibrio temporale delle fonti.


⚖️ Leva Finanziaria

Formula:
Leva = Totale Attivo / Patrimonio Netto

Spiegazione:
Più alta è la leva, più debito è stato usato per crescere.
Attenzione alle imprese che presentano leva > 5 → rischio elevato se non ben controllata.

🧠 Caso critico:
Alta leva + bassa redditività = l’impresa non genera cassa sufficiente per sostenere il proprio debito.


🔎 DSCR – Debt Service Coverage Ratio: il vero termometro del debito

📌 Cos'è il DSCR?

Il DSCR misura la capacità di un’impresa di generare flussi di cassa sufficienti a coprire gli impegni finanziari (rimborsi di capitale + interessi) in un dato periodo.

È l’indice preferito da banche, analisti e fondi di garanzia, perché risponde alla domanda più concreta:
🗣️ "Ce la farà l’impresa a ripagare il debito, o no?"


🧮 Formula base del DSCR

DSCR = Flusso di Cassa Operativo / Debito da Rimborsare (Capitale + Interessi)

Dove
  • Flusso di Cassa Operativo = EBITDA – variazione CCN – imposte pagate ± rettifiche straordinarie

  • Debito da rimborsare = Somma delle rate annuali di capitale + interessi finanziari su debiti bancari e obbligazionari


📊 Esempio semplice

Supponiamo che un’impresa generi:

  • EBITDA: € 600.000

  • Variazione CCN: –€ 100.000 (quindi assorbe liquidità)

  • Imposte: € 100.000

👉 Flusso di cassa operativo = 600.000 – 100.000 – 100.000 = € 400.000

E ha un piano di rimborso annuale di:

  • Capitale: € 250.000

  • Interessi: € 50.000
    Totale servizio del debito: € 300.000

DSCR = 400.000 / 300.000 = 1,33

✅ L’impresa copre i propri impegni finanziari e ha anche un piccolo margine di sicurezza.


🧭 Tipologie di DSCR

Esistono diverse versioni di DSCR, con diversi gradi di approfondimento e utilità in funzione della fonte e del contesto.

Tipo di DSCRFormulaQuando si usa
Base(EBITDA – Imposte – Variazione CCN) / Debito annuoPiù diffuso, semplice e usato in analisi di fido

Previsionale

Flusso di cassa atteso (Business Plan) / Debito atteso

Usato per start-up o ristrutturazioni


DSCR "Basilea"


(Flusso di cassa netto operativo ± extra) / Debito bancario da rimborsare

Rilevante per RWA e rating interni
DSCR del FCG
(Utile + ammortamenti ± accantonamenti ± Variazione CCN) / Debito atteso 12 mesi
Obbligatorio per garanzie MCC

📌 Quale DSCR usare in delibera bancaria?

La risposta è: dipende dal contesto, ma in ambito bancario professionale, questi sono i criteri:

ContestoDSCR consigliatoNote
Valutazione corrente per affidamentoDSCR base su consuntivoAttenzione alla qualità dei flussi
Nuovi finanziamenti a medio termineDSCR previsionale su BPRichiede analisi sulla credibilità del piano
Istruttoria per Fondo di GaranziaDSCR FCG (modulo MCC)Obbligatorio > 1 in media su 2 anni
Applicazione rating interno (IRB)DSCR BasileaPiù tecnico, richiede sistema interno validato

Valori soglia interpretativi

DSCRInterpretazione
> 1,30    Ottimo – impresa solvibile e affidabile
1,10 – 1,30    Buono – sostenibilità, ma da monitorare
1,00 – 1,10    Al limite – attenzione a impatti negativi
< 1,00    Critico – non autosufficiente nel servizio del debito

🎭 ...per chi legge solo “capitale + interessi”

“Il DSCR, amici miei, è come il fiato per un cantante d’opera.
Non basta fare la nota… devi tenere tutto il fiato fino in fondo!” 😄

E allora, se il DSCR è sopra 1, il nostro tenore può cantare tranquillo.
Se scende sotto 1… meglio cambiare spartito.

Perché i numeri vanno anche a tempo.
E la banca – ahimè – non fa sconti per le stecche.


🔍 Approfondimento finale: leggere gli indici insieme, come un’orchestra

Nel mondo bancario, leggere gli indici uno per uno è come giudicare un’orchestra ascoltando solo il flauto.
Serve l’insieme. Serve armonia. E serve capire chi copre chi.

🎼 Perché si mettono in relazione gli indici?

Perché nessun indice dice tutto.
Ogni indicatore ha un angolo visuale.

Solo combinando più letture, otteniamo il “film” completo dell’impresa.


📌 Esempi pratici: cosa succede quando…

Caso virtuoso (azienda solida e coerente):

  • EBITDA margin 15%
  • PFN/EBITDA 1,8
  • ROI 6,2%
  • DSCR 1,4

📖 Traduzione bancaria:
L’impresa è profittevole, poco indebitata e ha capacità concreta di sostenere i rimborsi.

👉 Fidiamoci.


⚠️ Caso da “attenzione” (numeri contraddittori):

  • EBITDA margin 12%
  • PFN/EBITDA 4,5
  • ROE 18%
  • DSCR 0,9

📖 Cosa sta succedendo?

  • Margini buoni… ma troppo debito.
  • ROE alto… ma solo perché l’azienda è indebitata fino al collo.
  • Cash flow insufficiente.

👉 Serve un approfondimento: è un’impresa agile o un castello in equilibrio su una sola gamba?


Caso ingannevole (apparentemente solida, ma in difficoltà):

  • ROI 4,5%
  • PFN/EBITDA 6,1
  • DSCR 0,8
  • CCN negativo

📖 Traduzione:
Redditività mediocre, troppi debiti, nessuna capacità di rimborso e liquidità in sofferenza.

👉 Qui non basta la nota integrativa… serve un miracolo.


🤝 Come aiutano questi confronti nella delibera?

Per il bancario, il rischio non è solo numerico.
È un giudizio professionale costruito con:

  • numeri
  • confronto tra numeri
  • trend nel tempo
  • qualità dell’imprenditore

Mettere insieme più indici significa:

  • validare la coerenza tra solidità e redditività
  • smascherare squilibri mascherati
  • capire se un’impresa cresce davvero o si allunga solo il debito


🎬 Conclusione: e alla fine... bisogna sentire il suono

Gli indici sono come le note.
Uno per uno sono belli, ma è insieme che fanno musica.

Un’impresa con un bel margine ma che non paga i debiti… suona male.
Un’azienda con troppi indici perfetti… è come un attore che recita troppo bene: ti insospettisci.

E allora sì: servono calcoli, formule, fogli Excel, riclassificazioni.
Ma poi arriva il momento in cui il bancario deve ascoltare.

Che dire:

“Aspetta, aspetta… qui qualcosa non mi torna… oppure torna troppo!” 😄

E se invece torna davvero, allora possiamo dire: sì, delibera approvata.

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